Internet è un organismo in continua evoluzione: da quando è nata la rete, infatti, le sue incarnazioni si sono susseguite senza sosta, mutando, crescendo e offrendo un’esperienza sempre nuova agli utenti. Oggi, quando si parla di Web 3.0, si intende l’ultima frontiera in ordine di tempo raggiunta durante questo percorso di sviluppo.
Cosa implica, quindi, il Web 3.0? Una delle prime caratteristiche da prendere in considerazione riguarda la trasformazione della rete in un database potenzialmente infinito. Un contenitore ordinato, un registro diffuso dove le informazioni sono al contempo accessibili e monitorate, in cui la sicurezza è garantita al massimo grado.
I Distributed Ledger sono i mattoni attraverso cui si potrà andare a realizzare questa nuova incarnazione del web, l’Internet of Value, l’internet del valore, composto principalmente da cinque elementi strutturali: la rete, gli algoritmi, il registro distribuito, i trasferimenti e gli asset. All’interno di questa vasta famiglia dei distributed ledger troviamo le blockchain, uno strumento in grado di integrare in maniera particolarmente efficace le funzionalità tipiche di altre tecnologie.
Entriamo nello specifico, cercando di comprendere cosa sono le blockchain e perché il loro utilizzo sta rivoluzionando il concetto stesso di Web.
Come prima cosa cerchiamo di definire cos’è esattamente una blockchain: si tratta di un particolare sistema di strutturazione dei registri distribuiti, riordinati in blocchi concatenati tra loro tramite crittografia che contengono al loro interno delle transazioni.
Lo scopo principale delle blockchain è quello di permettere dei trasferimenti di informazioni nella maniera più sicura possibile. Tale livello di garanzia è dato dal consenso che viene concesso alla singola transazione da tutti i nodi che compongono la blockchain: in poche parole, ogni volta che si presenta una variazione all’interno di un blocco, non viene registrata e permessa dal singolo nodo in cui essa avviene ma viene convalidata da tutti i nodi componenti il sistema. In questo modo, il processo di validazione viene condiviso e limita in maniera esponenziale il rischio di manomissione, di furto o di frode.
La storia delle blockchain si intreccia indissolubilmente a quella delle criptovalute. Il 2009 è l’anno di nascita di Bitcoin, prima moneta virtuale che basa la propria esistenza proprio sul sistema di blockchain. Grazie alla spinta data dalla rapida crescita dei bitcoin, si è lavorato per far crescere anche la tecnologia dei registri decentralizzati, in modo tale che la circolazione di questa valuta risultasse del tutto libera dal controllo di autorità centrali.
Come sono strutturati i movimenti di queste valute virtuali? Un registro distribuito tiene sotto controllo tutte le transazioni, regolamentando gli scambi in maniera assolutamente sicura. Per permettere il funzionamento del distributed ledger serve però una quantità di potenza di calcolo elevatissima: esistono infatti delle vere e proprie factory che mettono a disposizione i propri computer al fine di mantenere attivi i vari nodi che compongono ciascuna blockchain. In cambio di questo servizio, particolarmente dispendioso in termini di energia, si ottengono dei bitcoin come pagamento.
Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono gli elementi che caratterizzano la tecnologia delle blockchain:
Queste caratteristiche sono in grado di delineare i punti di forza su cui in questi anni si è basata la forte crescita e lo sviluppo dei sistemi di blockchain: in breve tempo, anche secondo l’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger del 2022, grazie a questa tecnologia la maggior parte dei servizi di validazione passeranno in digitale. L’operato delle banche, degli istituti finanziari e degli studi notarili potrà essere facilmente sostituito dalle blockchain nella certificazione di autenticazioni e transazioni.
Altra componente da tenere in considerazione quando si parla di blockchain riguarda i token. Con il termine “token” andiamo a identificare uno specifico raggruppamento di informazioni digitali in grado teoricamente di conferire il diritto di proprietà a un soggetto interno a una blockchain. In poche parole, un token ha di base le stesse prerogative di una criptomoneta per quanto riguarda trasferibilità e sicurezza, ma non sarà ne nativo ne interno alla blockchain in cui vengono registrate le sue transazioni: il token sarà in pratica la rappresentazione digitale di un bene reale, esistente ovviamente al di fuori del sistema blockchain.
Tra i token più famosi ci sono gli NFT (Non-fungible token), nati per garantire il possesso esclusivo di un singolo bene materiale o immateriale: nello specifico, sono principalmente rivolte a regolamentare diritto d’autore, le invenzioni, le opere d’arte e progetti.
Il passo successivo nel processo di crescita e diffusione della blockchain sarà sicuramente legato alle DAPP, ovvero le applicazioni decentralizzate. Attraverso queste app, saremo in grado di utilizzare la tecnologia blockchain direttamente sui nostri smartphone, sulle tv e sugli altri dispositivi elettronici per un numero sempre più crescente di funzioni e di servizi, potenzialmente estendibili a ogni ambito del digitale.